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LA GRU IDRAULICA ARMSTRONG DELL’ARSENALE DI VENEZIA - cap. III

L’evoluzione dell’artiglieria, delle costruzioni navali militari e delle macchine di sollevamento nel XIX secolo

L’invenzione del cannone obice da parte della Marina Francese, che consentiva per la prima volta l’uso di proietti esplosivi per il tiro radente, determinò, a partire dal secondo decennio dell’Ottocento, una vera e propria svolta nel campo dell’artiglieriai. Furono però i cannoni rigati a retrocarica, introdotti da William Armstrong nella seconda metà del secolo, a innescare un processo evolutivo senza precedenti nel settore. Le nuove armi erano caratterizzate da un fusto costituito da più tubi di acciaio concentrici via via più corti e a sezione crescente dalla bocca alla culatta. Queste nuove potenti artiglierie accelerarono la fine degli scafi in legno che ormai avevano bisogno della protezione di spessi rivestimenti in ferro per  resistere. Con la tecnologia dei cannoni cerchiati la Armstrong, nel giro di un decennio passò progressivamente e velocemente dalla costruzione di cannoni da 7 tonnellate a quella dei giganteschi cannoni da 100 tonnellate e riuscì a migliorare in modo sostanziale i congegni di tiro.
Parallelamente ai cannoni si evolvevano anche gli affusti, che dovevano diventare sempre più complessi e dotati di sistemi per assorbire la forza di rinculo dei cannoni continuamente crescente. La prima significativa evoluzione avvenne con l’adozione di affusti metallici scorrevoli su un sottoaffusto e girevoli su delle rotaie fissate sul ponte. L’affusto divenne poi solidale ad una piattaforma girevole e il cannone venne protetto dapprima con dei parapetti corazzati e successivamente con delle torrette rotanti su rulli e movimentate da meccanismi a vapore o idraulici.
L’evoluzione delle munizioni vide dapprima, con l’introduzione delle canne rigate, la scomparsa delle palle a favore di proiettili dalla forma allungata cilindrica a punta ogivale. Lo sviluppo dei proiettili avvenne quindi nella direzione dell’aumento delle dimensioni e del peso e nell’articolazione in vari tipi (granate, granate-mine, mitraglie, perforanti) per aumentare il potenziale offensivo in specifiche diverse situazioni.
I cannoni da 100 tonnellate costruiti dalla ditta Armstrong a partire dal 1876 (fig,4) rappresentavano la sintesi delle evoluzioni tecnologiche nel campo delle artiglierie navali. Avevano una lunghezza di circa 10 metri e la loro gittata era di 6500 metri con proiettili da 450 millimetri di calibro e del peso di 900 chilogrammi. Essi potevano essere sistemati a coppie entro torri girevoli corazzate.

 

fig. 4 Imbarco di un cannone Armstrong da 100 ton sul vapore  Europa a Newcastle nel 1877 (A. Pecchioli -a cura di-,  La marina italiana : storia di uomini e navi, Roma, Editalia 1987)

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ultima modifica 2018-05-30T15:31:18+02:00

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