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Su Rosalba Carriera

depliants della mostra su Rosalba Carriera
Con il “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”, entrato in vigore il 15 giugno 2006, seguito dalla decisione del Consiglio e del Parlamento Europeo di designare il 2007 come “Anno Europeo delle pari opportunità per tutti” viene rafforzato l’impegno nella promozione del principio di democrazia paritaria come elemento di valore dei
processi di governo locale, nazionale ed europeo in ambito pubblico e privato.
In questo sistema rientra anche il progetto “L’Europe pour les femmes” che intende valorizzare la figura femminile nelle rappresentazioni e produzioni artistiche delle donne nel corso della storia. Da qui il contributo della Soprintendenza di Venezia che offre l’occasione per cogliere spunti assai poco noti del mondo di Rosalba Carriera (1675-1757).
ritratto a pastello

E’ una pittrice di grande talento che coltiva estimatori in Francia, in Germania, in Inghilterra e che nel 1705 entra a far parte dell’Accademia di San Luca e in seguito della  Accademia Reale di pittura di Parigi. I suoi lavori, miniature, pastelli, disegni, sono molto ambiti e ben pagati, ricercati da nobili e ambasciatori perché un ritratto fatto dalla virtuosa Rosalba aumenterebbe “il pregio del soggetto (che) risveglierebbe a più giusto titolo l’ammirazione” del pubblico. Morì più che ottantenne, cieca, dopo aver prodotto uno straordinario numero di opere d’arte che studiosi e critici sottopongono oggi a nuove revisioni,  anche alla luce dell’attività delle artiste della sua scuola.           
“Un concentrato di vivacità, grazia ed espressione”: questo il giudizio lapidario ed entusiasta che il Mercure de France aveva dedicato al morceau de réception, una Musa al seguito di Apollo, inviato da Rosalba  all'Accademia parigina di pittura e scultura che l'aveva accolta tra i suoi membri nel 1722. Un giudizio che sintetizza efficacemente sia il carattere della ritrattistica a pastello di Rosalba, capace di fondere la svaporata grazia settecentesca con la sottile introspezione psicologica del personaggio effigiato, sia la ragione stessa del suo incredibile successo internazionale. Spetta a Rosalba, infatti, l'aver dato nuovo impulso e definizione a questo genere pittorico, sottraendolo ad una resa troppo realistica e paludata a favore, invece, di una dimensione edulcorata e intimista della
raffigurazione del ‘vero’,  fino a rendere il ritratto una ‘irrinunciabile moda’.
Ma non solo grazia,  concetto dominante dell'estetica settecentesca, ma anche sottile malizia traspaiono nei suoi  personaggi femminili, siano essi dame, allegorie, raffigurazioni mitologiche.

pastello con alegoria (la Filosofia?)

Nel  percorso culturale di Rosalba, abile disegnatrice e miniaturista, e, di conseguenza, nel suo stile, confluiscono sollecitazioni e apporti vari, pittorici, letterari e musicali, che nella materia polverosa del pastello hanno il più efficace mezzo espressivo.
Per soddisfare le innumerevoli richieste di una committenza soprattutto straniera, colta ed esigente, un ruolo essenziale era esercitato dall'atelier tutto femminile della pittrice, nel quale operavano le sorelle, Angela e soprattutto Giovanna, che si occupava di eseguire le repliche e talvolta le rifiniture. Ma alla scuola di Rosalba si sono formate e lavoravano altre celebri pastelliste, Felicita Sartori, l'allieva prediletta, e Marianna Carlevaris, rendendo oltremodo arduo definire i confini di eventuali collaborazioni o il ruolo delle singole artiste, e per l'intensa produzione di repliche, e per la mancanza di sicuri termini di confronto. L'atelier di Rosalba era anche un luogo di incontro, una sede privilegiata di dotte discussioni pittoriche, letterarie e musicali ben nota non solo al bel mondo veneziano, ma anche alla cultura europea, come riportano i carteggi e le memorie dei grand tour.  
Gli otto pastelli esposti facevano parte della collezione che i nobili Pisani dal Banco, grandi cultori dell’arte, avevano raccolto nella loro residenza di campagna, la sontuosa villa di Stra. I rapporti tra la famiglia e Rosalba Carriera sono certificati dall’incarico accordato alla pittrice da Almorò II Francesco per il ritratto della moglie Isabella Correr.

pastello raffigurante un allegoria (la Poesia?) pastello raffigurante un'allegoria

Il patrimonio dei Pisani venne, nella seconda metà del Settecento, dilapidato dagli eredi e la villa di Stra con le sue suppellettili fu venduta a Napoleone nel 1807. Gli oggetti fortunatamente non furono rimossi dalla loro sede. Una ricerca dei nostri disegni negli inventari di Stra ha messo in evidenza la presenza nel 1806, poco prima della vendita, “Di Rosalba Carriera. Mezze figure a pastella. 6 … Dette d’incerto, pure a pastello poste al Letto 2. Tutti otto hanno le cornici dorate e bel cristallo” (Gallo 1945). La generica descrizione potrebbe riferirsi alle opere oggi esposte, che compaiono in un elenco di due anni successivo come “8 quadri a Pastela di Rosalba. 6 de quali rappresentano 6 Cibile, e 2 immagini”.

pastello raffigurante l'allegoria dell'inverno pastello raffigurante una giovane donna dall'ampia scollatura che regge un cesto di frutta

Metteva in dubbio l’autografia della Carriera Pietro Edwards, che redasse nel 1810 nuovi inventari, designando i pastelli quali “Copie di Rosalba”, “due Imagini divote e 6 Ritrati di Signore” e ancora “cose passabili”(Pavanello 2005). In un momento non precisato, probabilmente con le ristrutturazioni dei Savoia, la serie passò nel Palazzo Reale di Venezia. Successivi riscontri inventariali, relativi sia agli anni sabaudi che a quelli successivi al passaggio dei Beni della Corona al Demanio dello Stato, consentono di ricostruire il destino delle otto figure fino all’attuale collocazione: quattro di esse negli uffici della Soprintendenza di Palazzo Ducale, due allegorie nell’appartamento del Prefetto e i due soggetti religiosi nei depositi delle Gallerie dell’Accademia.
Sei pastelli raffigurano allegorie, tema più volte trattato e replicato dall'atelier di Rosalba: eccetto le due raffigurazioni riconducibili ad un ciclo delle stagioni, le rimanenti quattro che reggono tutte un libro, non possono essere identificate con sicurezza per la grande libertà con la quale l'artista si ispirava all'Iconologia del Ripa, il repertorio mitologico e iconografico più usato dai pittori settecenteschi. Ciò nonostante, non è escluso  possa rappresentare la Filosofia che caccia le tenebre dell'Ignoranza la figura sovrastata da una stella, o la Poesia la raffigurazione con una coroncina di stelle. Potrebbero essere queste quattro allegorie quelle già pubblicate nel 1976 come opere di Rosalba e riproposte nella monografia dell'artista, nel 1988, come opere di collezione privata veneziana, anche se non si può escludere si tratti di una ulteriore serie di repliche, per le quali, comunque, si ritiene probabile un'attribuzione all'atelier dell'artista, in anni successivi al viaggio parigino di Rosalba (1720-1721).
Le figurazioni allegoriche delle Stagioni furono un tema più volte affrontato da Rosalba Carriera nel decennio compreso tra il 1720 e il 1730, come si evince dai suoi carteggi.
Le opere più significative sono quelle visibili a Windsor nelle Collezioni Reali, e a San Pietroburgo, all'Ermitage, dove se ne conservano serie complete. L'Inverno della collezione di Palazzo Reale è molto simile, anche nelle misure, al pastello con il medesimo soggetto presente nelle Collezioni Reali di Windsor di cui potrebbe essere una replica.
Appare sotto le sembianze di una giovane donna dalla carnagione diafana e lo sguardo melanconico, cinta da una morbida stola di ermellino che lascia scoperta parte del busto. Leggermente ruotata verso destra, con gesto elegante e sensuale trattiene con la mano sinistra la pelliccia e parte del manto drappeggiato di colore rosso scuro. Il  pastello realizzato con tratto leggero e luminoso, colpisce per la morbidezza e delicatezza dei toni. Anche l'Estate richiama in maniera evidente l’opera con analogo soggetto delle Collezioni Reali di Windsor, avvicinata dalla critica alla Terra della Gemäldegalerie di Dresda.
L'impostazione della figura, una donna giovane a mezzo busto, è la stessa: leggermente ruotata verso destra, regge un piccolo cesto con frutta e fiori tipicamente estivi. Benché più rigido nell'esecuzione e semplice nella resa cromatica e nella realizzazione dei panneggi, il disegno risulta, in ogni caso, vicino alla versione inglese.

pastello dai toni delicati raffigurante la Madonna con le mani intrecciate sul cuoreraffigurazione del Cristo benedicente

I pastelli a carattere religioso, meno numerosi, rientrano tra le opere destinate alle stanze private e alle cappelle dei nobili. Il soggetto del Cristo fu trattato varie volte da Rosalba Carriera, ma, purtroppo, gli esempi noti finora alla critica, conservati a Dresda, andarono dispersi con la seconda guerra mondiale. Il pastello esposto, di notevole efficacia espressiva, presenta una raffigurazione del Cristo benedicente a mezzo busto, ove compaiono entrambe le mani, a differenza delle altre versioni note.
La delicata raffigurazione della Madonna orante, che denuncia una grande padronanza della tecnica esecutiva, si pone in relazione con la serie di pastelli dello stesso tema di Dresda e di Ca’ Rezzonico, nella comune suggestione dei modelli cinquecenteschi e, in particolare, del Correggio.  Nella medesima Galleria di Dresda sono conservate due miniature, riferite a Felicita Sartori, che ripropongono fedelmente entrambi i soggetti. Nel riallacciarsi ad una tradizione già consolidata, Rosalba, nella produzione sacra, non riesce ad esprimere pienamente la raffinata e maliziosa eleganza che caratterizza i suoi famosi ritratti, pur mantenendo quel tono di  mirabile 'grazia' che le valse le entusiastiche lodi di chi vedeva in lei “...l'ornamento d'Italia e [la] prima pittrice de l'Europa.”(C.Cole, 1705).

tecnica


Il pastello è un tipo di disegno eseguito con colori a forma di cannelli cilindrici, chiamati pastelli, che si ottengono impastando polveri colorate con acqua resa agglutinante da leggere soluzioni di gomma arabica. L'impasto viene modellato e ridotto in bastoncini colorati che sono poi lasciati essiccare prima dell'uso. I pastelli, che variano per durezza e qualità dovute alla composizione, possono essere impiegati su qualsiasi supporto che risulti abbastanza ruvido, in grado di trattenere il colore quando questo è sfregato sulla superficie. Generalmente si utilizza la carta e dalla sua consistenza dipende anche la buona riuscita del disegno. Il colore si attacca direttamente al supporto per adesione, riempiendo i vuoti della grana della carta su cui si dipinge. La stesura del pastello avviene, infatti, con leggera pressione della mano, ricorrendo talvolta all'uso diretto delle dita o di uno sfumino che consentono di raggiungere una maggiore fusione dei toni e delicate gradazioni cromatiche, mentre le diverse tonalità di colore sono ottenute direttamente per impasto. Questa tecnica richiede grande abilità e sicurezza nell'esecuzione: lascia, infatti, poco spazio a ripensamenti e ritocchi, poiché non è possibile ripassare più volte col colore sul lavoro già impostato.
La morbidezza dei toni, l'aspetto vellutato e vaporoso, gli effetti d'immediata rispondenza resero questa tecnica particolarmente apprezzata nel Rococò e proprio a Rosalba Carriera e al suo atelier va il merito di aver reso famoso il pastello impiegato nell'esecuzione dei ritratti, mezzo che consentiva, infatti, di rendere, con notevole efficacia e rapidità, i colori dell’incarnato, la lucentezza dei capelli, la raffinatezza delle stoffe delle vesti. Alla stessa pittrice si deve un affascinante scritto, che si conserva all'Archivio di Stato di Venezia (Brusatin 2005), intitolato "Maniere diverse per formare i colori nella Pittura". Attraverso la lettura di questo interessante trattato, che si presenta sotto forma di un vero e proprio ricettario, veniamo a conoscere i segreti dell'artista sul modo di ottenere i colori della sua preziosa tavolozza e su come questi fossero poi utilizzati, con puntualità, nella realizzazione dei ritratti.
Recenti acquisizioni fotografiche delle opere esposte intendono evidenziare la precisione della tecnica esecutiva, che rispecchia le indicazioni riportate nel manoscritto citato.

particolare dei capelli castani 

La tinta dei capelli castagni
si fa con un punto di nero
con la sesta tinta dei chiari
(R. Carriera, "Maniere diverse
per formare i colori nella Pittura").

un particolare di un pastello di Rosalba Carriera in cui si può ammirare la raffinata tecnica pittorica utilizzata

Nel punto di luce si metta un punto
di bianco, e sulla pupilla un punto
nero, il contorno dell'occhio si carica
con una tinta bruna, ed il resto di
tinta celeste, composta da una
piccola punta di blu nella biacca.
Per far li occhi bruni si fa nel punto
della luce come negli azzurri.
Il contorno si empie di una tinta
bruna, ed il resto della luce con
una piccola punta di nero alla sesta
tinta de' chiari.
(R. Carriera, Maniere diverse per
formare i colori nella Pittura


particolare di un pastello di Rosalba Carriera dove si può notare la perizia tecnica nel rendere l'incarnato

La carnagione tenera sia di donne,
ragazzi o piccoli geni si fanno
macinando una piccola punta di
cinabro nella biacca; locchè serve
per i chiari più grandi delle carni.
La tinta di carnagioni di donne,
e di bambini si compone come la
precedente di biacca, e di un ottavo
di gialolino, eccettuato però che
della quantità di carminio che vi
entra vi sostituisce il doppio di
cinabro, e per gradazione si
aumenta il cinabro più alla sesta
tinta (R. Carriera, Maniere diverse
per formare i colori nella Pittura).
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elenco delle iniziative su: "La donna nell'arte" organizzate dal Ministero per i Beni e le Atticità Culturali
pubblicato il 2007/03/07 13:17:20 GMT+1 ultima modifica 2018-05-28T12:12:06+01:00
Hanno contribuito: admin

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