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Il genio della tradizione. Otto secoli di velluti a Venezia. La tessitura bevilacqua

Un'eccezionale esposizione di velluti veneziani dagli archivi della tessitura Bevilacqua

Il termine velluto suscita visioni di sontuosa raffinatezza, richiama immagini di materiali serici morbidi, soffici, sensuali, ideali sia per l'abbigliamento che per l'arredo. Velluto deriva dal latino vellus, il mantello tosato di pecore e capre; tale tipologia villosa, ottenuta con varie tecniche, si ritrova nella tessitura fin dall'antichità, ma la specialità a tutti nota risale, almeno per quanto riguarda Venezia al secolo XIV, coincidendo la sua comparsa con l'arrivo di maestranze tessili lucchesi, che collaborarono con quelle lucali all'innalzamento qualitativo dell'Arte. Il velluto richiede una lavorazione specialistica, praticata da un minimo di due tessitori su un telaio molto complesso, in cui almeno due sistemi di ordito contribuivano, interecciandosi alle trame lanciate e broccate, a creare l'armatura di fondo e l'opera, cioè il decoro. Amatissimo nel Rinascimento, andrà sviluppandosi in numerose specialità quali lo zetalino vellutato ad inferriata, con disegno apparentemente inciso nel fitto vello, l'alto-basso o controtagliato, con motivi emergenti per i differenti spessori, il soprarizzo o cesellato, che alterna pelo tagliato e riccio, e il mitico allucciolato, impreziosito da anellini d'oro e d'argento. Disegni e colori seguiranno le alterne esigenze della moda, fino all'inevitabile declino delle manifatture causato dalla meccanizzazione. Tuttavia, nell'ultimo quarto dell'Ottocento quando sembrava che l'industrializzazione avesse eliminato per sempre l'artigianato artistico, a seguito del movimento di recupero e rivalutazione delle arti applicate che dall'Inghilterra si propagò ovunque in Europa, si riattivarono in Venezia alcune tessiture artistiche. Vennero così riprodotte le tipologie stilistiche del passato, dal bizantino al gotico, dal rinascimentale al barocco. Dal rococò al neo-classico; grazie ad esse è oggi possibile ripercorrere gli sviluppi decorativi delle vicende tessili nel corso dei secoli, attraverso manufatti a volte assolutamente identici a quelli del passato. Non mancarono, comunque, esempi di contaminazione con l'arte contemporanea: dallo stile liberty, al déco e all'astrattismo.Le stoffe della principale tra le manifatture veneziane, la tessitura Luigi Bevilacqua, vennero utilizzate per arredare il Vaticano, il Quirinale, grandi teatri come l'Opera di Roma e la Fenice di Venezia, dimore aristocratiche e cattedrali, grandi alberghi e transatlantici, fino a ritornare nel Duemila a sfilare nei modelli d'alta moda dei maggiori stilisti italiani. In questa mostra sono esposti un centinaio di velluti, miracolose copie d'arte realizzate tra fine Ottocento e inizi Novecento dalla tessitura Luigi Bevilacqua, che ha conservato con cura i propri archivi cartacei e serici. La mostra si propone di far rivivere i fasti della Serenissima attraverso uno dei prodotti d'Arte applicata più importanti nell'economia marciana, di così alta qualità tecnica e artistica da essere considerato status symbol per eccellenza, richiesto da tutte le corti d'Europa. Grazie all'esposizione di un tipico monumentale telaio semimanuale, azionato durante la mostra da maestranze altamente specializzate, sarà possibile intuire la complessità della lavorazione, che richiede ai tessitori una notevolissima esperienza professionale maturata in anni di garzonato e lavoranzia. Con la presentazione di questi eccezionali esemplari di stoffe (per la prima volta esposti al pubblico), testimoni dell'evoluzione del gusto nelle vesti e negli arredi, saranno così ripercorribili le tappe fondamentali della stessa storia dei tessuti d'arte italiani. Per un'immagine di tessuto soprarizzo cliccare qui

(Doretta Davanzo Poli)

L'evento

La mostra è organizzata in collaborazione con la Soprintendenza di Venezia e con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Venezia, ha ottenuto il sostegno economico della Regione Veneto e del Banco San Marco ed il patrocinio della stessa Regione Veneto e dell'UNESCO. L'evento espositivo si inserisce in un più ampio progetto culturale (settembre 2003 - maggio 2004) con la previsione di una serie di manifestazioni collaterali sia per addetti ai lavori quanto per un pubblico non specializzato ed iniziative mirate che si rivolgono direttamente ai giovani ed al mondo della scuola. L'evento espositivo diventa quindi occasione per perseguire un filo culturale di più ampia portata teso a riportare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle cosidette "Arti Minori" ed in particolare sulla "cultura del tessuto". La mostra è stata presentata per la prima volta il 27 settembre 2003, in occasione della manifestazione "Giornate Europee del Patrimonio 2003" svolta nello stesso giorno in tutti i paesi dell'Unione, al fine di valorizzare le attività artistico creative che siano testimonianza dell'appartenenza a comuni radici culturali pur nella valorizzazione del patrimonio proprio di ogni Paese o regione. La mostra sarà inaugurata il 13 febbraio 2004 con apertura al pubblico dal 14 febbraio al 15 maggio ricomprendendo temporalmente la quarta edizione della "Settimana della Cultura 2004", manifestazione organizzata dal Ministero dei Beni Culturali a livello nazionale. Sarà presentato il catalogo della mostra curato dalla Prof.ssa Doretta Davanzo Poli. A tutela della protezione del patrimonio immateriale, il direttore generale Unesco Sig. Koichiro Matsuura sta infatti operando, a livello mondiale, una "mappartura" di tutte quelle forme di creazione artistica che si fondano sul genio della manualità umana ed in Italia, per quanto attiene a questo specifico tipo di lavorazione, è stata riconosciuta proprio la Tessitura Bevilacqua. Descrizione dell'intervento La mostra allestita dall'architetto Stefano Filippi, della Soprintendenza per i Beni architettonici, per il paesaggio e per il patrimonio storico-artistico e demoetnoantropologico di Venezia e Laguna, prevede l'esposizione di rari esemplari di velluti conservati nella collezione privata della tessitoria Bevilacqua. I tessuti oggetto della mostra non sono mai stati esposti al pubblico in tale spettacolare quantità anche se talora alcune stoffe sono state richieste in prestito da importanti musei italiani e stranieri, si tratta perciò della prima esposizione assoluta di un materiale di altissimo valore artistico e documentale non solo per la città di Venezia. Accanto ai tessuti verrà esposto un telaio funzionante risalente alla fine del 700 con il quale ancor oggi vengono prodotti i preziosi velluti soprarizzo della Bevilacqua. Sarà un telaio a 800 rocchetti, unico esemplare nel suo genere in Italia che trova un suo omologo in Europa solo in una tessitura belga. Accanto ai tessuti della Bevilacqua saranno esposti alcuni esemplari antichi gentilmente concessi dalla Fondazione della cassa di Risparmio di Venezia. L'allestimento della mostra prevede la descrizione di tutte le fasi della tessitura: dalla "messa in carta" (e cioè la riproduzione su carta millimetrata del disegno) alla produzione del tessuto finito. Queste caratteristiche espositive hanno anche un contenuto didattico tale da coinvolgere anche il pubblico più giovane e segnatamente le scuole, la mostra vuole quindi essere un modo per avvicinare il grande pubblico alla "cultura del tessuto" proponendo un percorso espositivo che rende esplicito come, partendo dal filo di seta si possa arrivare alla creazione di vere e proprie opere d'arte.

pubblicato il 2004/04/04 17:29:11 GMT+2 ultima modifica 2018-05-28T13:12:06+02:00

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