Sezioni

Venezia, Campo Santa Marina

 

Campo Santa Marina_2.jpg   Campo Santa Marina_1.jpg

 

Stato: Italia

Soprintendenza: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il comune di Venezia e Laguna (già Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto)

Regione: Veneto

Provincia: Venezia

Comune: Venezia

Località: Castello 5888-5892, Calle Marcello e Campo Santa Marina

Tipo di evidenza: strutture artigianali

Cronologia: XIII-XIX secolo
Anni campagne di scavo: 2012

Responsabile di cantiere: Alberto Lezziero, Alessandra Canazza

Responsabile scientifico: dott. Alessandro Asta

Tipologia scavo: conduzione diretta

Tipologia finanziamento conduzione diretta in applicazione D.Lgs. 163/2006

Sommario:

Nel corso degli scavi per l'allestimento di un supermercato presso Campo Santa Marina sono state condotte indagini archeologiche, studi storico-archivistici e analisi specialistiche. L'area in oggetto presentava, già a partire dal XIV secolo, un'edificazione stabile e un sistema viario circostante consolidato. A partire dal XVI e fino allo scorcio del XIX secolo, il caseggiato era destinato a “casa d’affitto” ai livelli superiori, botteghe (di uno speziale e di un manganer) e magazzini al piano terra. Inoltre sono attestate attività di strazzarol e di sarto, una bottega da marangon, una da barbiere, una da marangon e una da indorador, un botter e perfino un forno. Particolarmente rilevante è la stabile presenza di una tintoria e della bottega da manganer, documentate già a partire dal XVI secolo, che sembrerebbe quindi gestire una sorta di piccola impresa per la produzione di tessuti.
Lo scavo ha infatti messo in luce tre fornelli da tintura, parzialmente sovrapposti, riferibili evidentemente a fasi diverse di attività della bottega. Del fornello più antico era rimasto solo parte del fondo, realizzato in laterizi di 22 x 8 cm circa, in pessimo stato di conservazione. Immediatamente sopra questo manufatto era stato costruito un altro fornello. Il terzo fornello messo in luce (US 310) era in condizioni di conservazione migliori ed è stato lasciato in situ e reinterrato previa adeguata protezione (fig. 1); la vasca del fornello ha un diametro interno di circa 1,40 m e una profondità di circa 35 cm, mentre l'ingombro totale messo in luce è di 2,30 x 2,50 m. Il canale di carico, visibile per un tratto di 65 cm, è largo circa 60 cm. È stata costruita in laterizi di dimensioni pari a 24/25 x 12 cm, legati con malta rosata dura e compatta. Il fondo è stato realizzato con laterizi di dimensioni simili, discretamente conservati. La vasca era riempita da uno strato costituito in gran parte da malta e frammenti laterizi.
In un'altra stanza dell'immobile è stata indagata una struttura di grandi dimensioni (US 505), costituita da una sorta di piattaforma rettangolare, della quale è stata evidenziata una porzione di 3,75 x 4,40 m circa (fig. 2). Questa era realizzata in laterizi di dimensioni 26/27 x 14/15 cm, disposti attorno ad un'apertura circolare irregolare, con diametro massimo pari a circa 3 m. Una volta asportati i livelli di riempimento della cavità centrale, fortemente inquinati, si è potuta notare l'assenza di un fondo e identificare i pali e i tavolati di fondazione della struttura, rilevando anche la profondità della cavità subcircolare centrale, pari a circa 1,60 m dalla testa dei pali al limite superiore. I risultati delle analisi forniscono una datazione più antica (XIII-XV secolo) almeno per la parte inferiore della struttura mentre i fornelli da tintura messi in luce si collocano in un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo. Come attestato sia dalle fonti archeologiche che da quelle storiche, all'interno delle botteghe dei tintori erano presenti pozzi e cisterne che potevano raggiungere anche dimensioni di una certa rilevanza.


Alessandro Asta

Contatti: alessandro.asta@beniculturali.it

pubblicato il 2017/01/19 01:00:00 GMT+2 ultima modifica 2020-10-09T09:33:21+02:00

Valuta questo sito